ciao a tutti :)
ho sempre avuto un sogno, sapete...quello di scrivere. non importa cosa,anche solo un libro, un piccolo libro in tutta la mia vita...
ora, non ci avrei mai creduto, ma ho realizzato, o meglio, sto realizzando questo mio sogno...
ho sempre scritto racconti, e un giorno mi sono detta:-dai, proviamo- ed ho mandato a un editore una raccolta di quelli che ho scritto nei miei primi due anni di superiori...e, non ci crederete, ha detto che me li pubblica!!!!
sono felicissima, scrivere è veramente la mia vita, è il mio sogno, la mia consolazione, la mia passione, è tutto...
c'è un però. il libro per ora è solo in prevendita su internet e finchè non avrò raggiunto le 111 copie prenotate non potrà essere veramente pubblicato...
perciò, detesto fare queste cose, veramente, detesto mettermi in mostra, ma ho bisogno del vostro aiuto.
non vi chiedo di comprarlo, figuratevi, non sono così meschina, costa 11 euro e mica si possono spendere 11 euro così al vento.
quello che vi chiedo è questo: di far girare il link anche sui vostri blog, di fare un po' di pubblicità...è una cosa tanto importante per me questa, ve lo chiedo veramente col cuore...
e vi ringrazio in anticipo...è merito anche vostro se ho avuto il coraggio di tirare tutto fuori da quel maledetto cassetto...grazie infinite a tutti voi....
ecco IL LINK:
http://www.statale11.it/libri&idlibro=240http://www.statale11.it/libri&idlibro=240
vi ringrazio ancora immensamente...
quando stai dentro ad un tunnel non la vedi l'uscita. lampi, stridii, paura: distruzione e autodistruzione, è lo stesso, tutto perso in quella nebbia gelata che confonde i sensi. ma io so che un'uscita da questo tunnel C'é. ho scritto della mia caduta, ora voglio scrivere della mia ricerca. della mia speranza. benvenuti nel mio blog.
sabato 29 maggio 2010
lunedì 17 maggio 2010
sì, ragazze, mi mancate.
mi mancate tantissimo.
purtroppo non posso mai usare il computer se non come ora, a scuola e mezzo di nascosto...e non posso accedere alla mail da qui, per cui non ho nemmeno tempo di guardare i vostri post...
è un po' così la mia vita ora, per tanti aspetti vissuta a gocce.
gocce per gli amici, frammenti per la mia scuola e le mie passioni, briciole sottili per il mio amore impossibile. ma fette, fette grandi, di vita per me.
non smettetela di lottare. avete visto la mia disperazione ed essa non ha peggiorato il vostro dolore; ora vedete la mia speranza e, lo so, neppure questa sarà in grado di accrescere la vostra, di speranza: ma io non voglio rinunciare a trasmetterla.
mangiate la vita. mangiamo la vita. troppo tempo ci siamo tenute a digiuno.
abbiamo rifiutato un piatto pieno pieno di gioia e di amore.
prendiamone gran fette, adesso, dappertutto, dagli occhi di chi ci vuol bene, dal cielo, dalla terra. questo cibo per l'anima non fa ingrassare. fa soprattutto vivere.
ci siamo allontanate dal mondo perchè il mondo non capiva il nostro dolore. troviamo qualcuno che ci ascolti ed esso si commuterà in gioia.
ci siamo fatte piccole piccole perchè qualcuno ci proteggesse e ci amasse vedendoci così fragili.
ma una ragazza scheletrica non la ami, la proteggi sì, ma per pena. non puoi amare un topino che si nasconde, miserabile. non puoi amare la sofferenza che si è inghiottita una persona.
puoi amare solo LA PERSONA, NON LA MALATTIA. e se lasciamo che la malattia ci cancelli, non è amore ma solo pena che riceveremo. chi è più amabile di una persona che lotta? grassa o magra che sia, non importa.
mangiamo la vita, briciola dopo briciola. sentiamone il sapore.
una ragazza in comunità si lamentava che aveva sempre mal di pancia quando mangiava. a nulla è valso spiegarle che ce l'avevo anch'io, e solo mangiando si è cancellato.
la nostra mente è una trappola mortale. l'importante è scoprirlo e cominciare a lottare.
è la lotta che fa di un uomo un uomo. la lotta prima ancora della vittoria.
vi voglio bene.
mi mancate tantissimo.
purtroppo non posso mai usare il computer se non come ora, a scuola e mezzo di nascosto...e non posso accedere alla mail da qui, per cui non ho nemmeno tempo di guardare i vostri post...
è un po' così la mia vita ora, per tanti aspetti vissuta a gocce.
gocce per gli amici, frammenti per la mia scuola e le mie passioni, briciole sottili per il mio amore impossibile. ma fette, fette grandi, di vita per me.
non smettetela di lottare. avete visto la mia disperazione ed essa non ha peggiorato il vostro dolore; ora vedete la mia speranza e, lo so, neppure questa sarà in grado di accrescere la vostra, di speranza: ma io non voglio rinunciare a trasmetterla.
mangiate la vita. mangiamo la vita. troppo tempo ci siamo tenute a digiuno.
abbiamo rifiutato un piatto pieno pieno di gioia e di amore.
prendiamone gran fette, adesso, dappertutto, dagli occhi di chi ci vuol bene, dal cielo, dalla terra. questo cibo per l'anima non fa ingrassare. fa soprattutto vivere.
ci siamo allontanate dal mondo perchè il mondo non capiva il nostro dolore. troviamo qualcuno che ci ascolti ed esso si commuterà in gioia.
ci siamo fatte piccole piccole perchè qualcuno ci proteggesse e ci amasse vedendoci così fragili.
ma una ragazza scheletrica non la ami, la proteggi sì, ma per pena. non puoi amare un topino che si nasconde, miserabile. non puoi amare la sofferenza che si è inghiottita una persona.
puoi amare solo LA PERSONA, NON LA MALATTIA. e se lasciamo che la malattia ci cancelli, non è amore ma solo pena che riceveremo. chi è più amabile di una persona che lotta? grassa o magra che sia, non importa.
mangiamo la vita, briciola dopo briciola. sentiamone il sapore.
una ragazza in comunità si lamentava che aveva sempre mal di pancia quando mangiava. a nulla è valso spiegarle che ce l'avevo anch'io, e solo mangiando si è cancellato.
la nostra mente è una trappola mortale. l'importante è scoprirlo e cominciare a lottare.
è la lotta che fa di un uomo un uomo. la lotta prima ancora della vittoria.
vi voglio bene.
venerdì 7 maggio 2010
domenica 2 maggio 2010
oggi annego nei ricordi.
annego nei ricordi di fronte ad un pranzo di comunione, quando metto in bocca riso, carne, vino, verdura, polenta e chi non sa che cosa ho passato non nota quasi nulla, forse solo un impercettibile tremolio delle labbra che si portano il cibo alla bocca, una fissità dello sguardo quando rifiuto il dolce.
annego nei ricordi in una casa che tante ne ha viste, una casa che ho odiato e da cui in tutti i modi ho tentato di fuggire, e nei miei diari pieni pieni di buio, e in quella stanza in cui ho urlato e pianto.
quanto ho amato quella bambina scheletrica che non riusciva a mangiare una mela perchè era troppo.
quanto ho amato quel taglierino che affondava nella carne e faceva sgorgare tutto quel sangue caldo e scuro, prova che in fondo anche io sono viva.
quanto ho amato quell'animaletto ferito che piangeva piangeva e poteva suscitare solamente pena ed amore.
quanto ho amato la mia forte fragilità.
ho perso venti chili e il mio corpo è ritornato quello di una bambina. sono finita in un ospedale che mi racchiudeva come un ventre materno, dove la mia vita era solo flebo e coperte, dove io ero una bambola denutrita e tutto il resto era fuori.
quanto ho amato l'anoressia.
ora sono forte e fragile insieme.
lei se ne è andata ma è ancora dentro di me.
ho acquisito peso e forza e piano piano sto ritornando alla vita.
ma chi sono io, ora che quella bambina che era tutta la mia vita se n'è andata per sempre, mi perseguita col sapore del suo ricordo e non ritorna più?
annego nei ricordi di fronte ad un pranzo di comunione, quando metto in bocca riso, carne, vino, verdura, polenta e chi non sa che cosa ho passato non nota quasi nulla, forse solo un impercettibile tremolio delle labbra che si portano il cibo alla bocca, una fissità dello sguardo quando rifiuto il dolce.
annego nei ricordi in una casa che tante ne ha viste, una casa che ho odiato e da cui in tutti i modi ho tentato di fuggire, e nei miei diari pieni pieni di buio, e in quella stanza in cui ho urlato e pianto.
quanto ho amato quella bambina scheletrica che non riusciva a mangiare una mela perchè era troppo.
quanto ho amato quel taglierino che affondava nella carne e faceva sgorgare tutto quel sangue caldo e scuro, prova che in fondo anche io sono viva.
quanto ho amato quell'animaletto ferito che piangeva piangeva e poteva suscitare solamente pena ed amore.
quanto ho amato la mia forte fragilità.
ho perso venti chili e il mio corpo è ritornato quello di una bambina. sono finita in un ospedale che mi racchiudeva come un ventre materno, dove la mia vita era solo flebo e coperte, dove io ero una bambola denutrita e tutto il resto era fuori.
quanto ho amato l'anoressia.
ora sono forte e fragile insieme.
lei se ne è andata ma è ancora dentro di me.
ho acquisito peso e forza e piano piano sto ritornando alla vita.
ma chi sono io, ora che quella bambina che era tutta la mia vita se n'è andata per sempre, mi perseguita col sapore del suo ricordo e non ritorna più?
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