sabato 28 maggio 2011

è la voragine in cui si sprofonda una mancanza

L'anoressia è la malattia più bastarda che esiste. Credono che basti convincersi di quanto il cibo è necessario, per guarire? Convincersi che nessuno ti amerà di più o di meno a seconda dei chili sulla bilancia? No, neppur questo è abbastanza. L'anoressia è una malattia che non ha entrata e uscita definite: nessun virus la provoca, e sempre si ignora l'esatto momento in cui comincia; nessuna ricetta la guarisce, nessun tempo è stabilito per la cura. Malattia senza altri sintomi che uno, uno che si tira dietro tutti gli altri. Malattia che si appiccica addosso come una colla e non si stacca, dio santo, nemmeno se ci provi per mesi se ne va via.
L'anoressia è, infine, una malattia che non è nemmeno malattia. Per convenienza espositiva l'ho chiamata e la chiamerò così. Ma non è una malattia di quelle che si subiscono, che si hanno dalla nascita o delle quali si subisce il contagio. Molto peggio: è la voragine in cui si sprofonda una mancanza. Una voragine senza riposo. E chi non l'ha provata forse non potrà mai capirla. Perfino io che l'ho superata smetto di capire, a tratti.
Solo tanto tempo ci vuole. Ben di più di una primavera.

3 commenti:

  1. Quoto in pieno quello che hai scritto in questo post...
    Vedi, io credo che in realtà sia vivere e preservarsi l’obiettivo cui tutte aneliamo. Ed è esattamente in questo modo che noi abbiamo percepito inizialmente l’anoressia: come l’unico modo che potevamo avere a disposizione per vivere e preservarci. È paradossale, ma quella forma di autolesionismo che è l’anoressia può apparire come l’unico modo per salvarsi la vita.
    E’ vero, la società attuale che crea malattie delle quali poi la gente si ammala. Ma guarda cosa chiede ai soggetti sani. Di correre, di sottostare al bombardamento d’informazioni costanti, di non tremare di fronte alle miriadi notizie di abomini, morti, carneficine che si sentono da per tutto alternate alla famiglia Mulino Bianco, a bellezze costruite ed artificiose, a puttanate sparate sulla morale, su cosa è giusto e cosa è sbagliato. La società attuale chiede superficialità, ignoranza, omologazione. Chi si ferma a pensare, chi si prende un po’ di tempo, perde tempo. Da questo punto di vista, il problema sta forse nella nuova idea di “normalità” che sembra voler soffocare l’alterità, l’intimità, la differenza, la conoscenza. Trovare un proprio spazio (preservandosi) in questo calderone non credo sia facile se si vuole mantenere noi stesse. Ci vuole tempo per trovarlo. Non siamo macchine.
    La scelta dell’anoressia è la scelta di morire per riuscire a vivere. Ma siamo come fenici e si risorge dalle nostre ceneri, continuamente. Si lotta e si va avanti. Una lotta che dura una vita.

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  2. Non bisogna per forza uscire, ANA è forza e autocontrollo!!!

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  3. Ma non credi che bisoga cercare di farla capire? Nel senso, sebbene chi non l'ha sofferta non potrà mai capirla veramente, bisogna cercare di spiegargli come funziona, perchè si evitino stereotipi e giudizi, che ovviamente peggiorano solo le cose?

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