lunedì 2 novembre 2009

that's not a golden cage. only a cage.

piove.
una pioggia fredda e sottile, che lascia la pelle lustrata da miriadi di goccioline, l'ombrello umido e floscio, le mani fredde come quelle di un cadavere, e il cuore anch'esso freddo e vuoto come non mai.
ma perchè è così freddo?
perchè non posso passare un secondo, un solo secondo della mia vita al riparo dal freddo?
esco da scuola. è mezzogiorno e venti, ma pare già sera. il sole oggi non ha voluto vedere la terra. non ha voluto vedere me.
l'auto di mio padre attende. dobbiamo andare per l'ennesima volta a Trento, per una visita medica generale.
gli spiego il mio progetto: mangiare a cena quello che era da tanto tempo il mio desiderio proibito, la mia libidine, il mio peccato mortale: latte, pane e marmellata...due mesi ho passato a desiderare...ed oggi lo volevo proprio...
peccato che, per potermelo permettere, non posso mangiare a pranzo...
mio padre china la testa e non insiste.
arreso.
come io che mi sono ormai arresa alla pulce, ed ormai non riesco più a dirle di no. mi ha ingabbiata, totalmente. ha ingabbiato tutti.
posso impegnarmi, mi impegno: ma la vince sempre la pulce.
troppe, troppe volte. troppe volte.

Centro per i disturbi del comportamento alimentare.
è buffo come ormai sia diventato un luogo familiare, a solo un mese dal primo appuntamento che ho avuto lì.
guardo la pioggia battere sui vetri e penso a quant'è curioso che io sia lì, anzichè a casa, o in qualunque altro posto, e che quella sala d'attesa sia per me familiare, mentre la maggior parte degli adolescenti mai ci verrà...
non era un pensiero autocommiserativo. non era un piangersi addosso. era una semplice constatazione di amara dolcezza.
rumori nel corridoio.
entra una giovane con i capelli biondi divisi in ciocche ondulate, alcune delle quali colorate.
parla con la donna dell'accettazione, chiede di un medico che si scopre non esserci più.
si siede di fronte a me.
ha il volto affilato, gli occhi fissi, è magrissima.
è anoressica.
un'anoressica "vecchia". glielo si legge negli occhi, non credo di sbagliarmi.
cerco di non guardarla perchè mi imbarazza, lei invece non mi toglie gli occhi di dosso. mi fa i compliementi per la mia collana ed intavoliamo una specie di imbarazzato discorso.
le sono grata per questo.
non abbiamo fatto in tempo a conoscerci, ma siamo simili. non importa che sia più grande di me (avrà avuto trent'anni), ma c'era qualcosa nei suoi occhi e nella sua voce che io capivo.
anche lei era familiare in quel posto, o quantomeno doveva esserlo stata un tempo. anche lei aveva il suo tumore nel cuore.

mi chiamano per la visita.
mi misurano peso, pressione, mi controllano il repiro, mi tastano le braccia, le gambe e le spalle con le ossa che sporgono.
la dottoressa, bassissima e con una faccina tonda da gnomo, mi dice che le tocca usare lo stetoscopio per bambini.
-perchè?-, chiedo.
- sei magrissima- è la risposta. la mia bocca si contrae in una smorfia di incredulità.
si accorgono che ho perso altri due chili.
- non stai andando per niente bene, Alessia-
lo so, cavolo, lo so.
non sto andando bene per niente.
continuo a restringere, anche se mi sembra di stare mangiando sempre di più...anche se mi sento sempre più grossa, piena, gonfia...
a tal punto mi deforma la pulce? al punto di farmi credere una mela qualcosa di assolutamente vietato e terribile?
al punto che non riesco a sottrarmi da lei? al punto che 600 calorie al giorno sono diventate troppe, devono essere 400, e già 400 sono abbondanti?
ho paura perchè ci sono invischiata fino al collo e solo ora mi rendo conto che non ne so uscire.
- se vai avanti così, prima o poi bisognerà ricoverarti, sai? e il ricovero non è bello...-
mi stringo nelle spalle. il ricovero non mi fa paura. è troppo lontano.
- ho un largo margine- dice infatti la mia voce.
- mica tanto largo, se vai avanti così...devi impegnarti di più!-

impegnarmi di più. ha ragione.
il brutto è che ci provo tutti i giorni. ma non ci riesco mai.
sentite per esempio cosa mi è successo con la cena.
mi ero detta che avrei dato una botta all'anoressia, che avrei mangiato a cena pane, latte e marmellata, come non facevo da molti mesi perchè era tutto troppo calorico.
era un proposito innocente, giusto, era un proposito buono di guarigione.
ma sentite come l'ha deturpato la pulce, spogliandolo del tutto e rendendolo mortifero.
prima di tutto, niente pranzo; perchè si sa, la cena sarà troppo calorica, quindi eliminaimolo. poi, al supermercato, passo mezz'ora a scegliere la marmellata più dietetica e il pane con meno calorie. stessa cosa per il latte, magro, scremato, misurato fino all'ultima goccia e con l'aggiunta solo di un po' di dietor.
il risultato è che il pancarrè sapeva di poco e la marmellata senza zucchero era amara, e che alla fine, a conti fatti, avevo mangiato meno di quanto faccio normalmente.
ho sorriso ed ho fatto finta che il mio sgarro fosse stato finalmente uno sgarro.
ma era solo uno spettro spaventoso.
avevo mangiato meno del solito e per di più qualcosa di meno appagante. e- novità- avevo quasi fame, ma il mio stomaco era pieno e nauseato.

concludo la mia giornata con 335 calorie.
e la PAURA, una paura strisciante che mi invade piano piano.
perchè mi rendo conto sempre di più che il morso della pulce è di quelli infetti, di quelli che uccidono. e che neanche urlando con tutte le mie forze riesco a sottrarmi al suo abbraccio mortale.
so che è ipocrita duirvelo, ma vi prego, non imitatemi. non consideratemi un modello.
sono caduta ed era una caduta di poco conto, ma ora non so più alzarmi neanche se lo voglio.
e sto cominciando, sto veramente cominciando a tremare.

4 commenti:

  1. Avere paura molto spesso è un modo per cominciare.
    E non credere a quella che ti ha detto che il ricovero in un centro per DCA è una brutta cosa. o son ostata ricoverata 5 volte, e posso affermare con certezza che se così non fosse stato non sarei stata qui, ora.
    Guarda, quella ragazza che hai trovato al centro avrei potuto essere io. Ma non guardare solo lei. Guarda anche le mie foto. Guarda i miei occhi. Se li avessi visti anche solo 2 o 3 anni fa, non mi avresti dato nessuna speranza. I medici dicevano che ero cronica. Tutte cazzate. Si è unicamente quello che si vuole essere. Si cade e ci si rialza, ogni giorno.
    Hai definito l'anoressia una pulce, ed è un paragone perfetto. Perchè lo sai cosa si fa con le pulci fastidiose? Si schiacciano. Proprio così.
    Schiaccia la tua pulce, Leda. Perchè non è che una pulce di fronte a te. Se ti aspetti di avere successo a ogni tentativo,rimarrai sempre deluce. Bisogna imparare a mediare. Ad accettare.
    E bisogna veramente volerne uscire. Perchè, sennò, tutto il resto è inutile, completamente inutile.
    Fino a che tu non lo vorrai, non basteranno centri, dottori, dietisti, biscoterapeuti... non servirà a niente. Finché perfetti all'anoressia di vincere, quella vincerà sempre.
    Dipende tutto solo da te.
    Datti una mano, perchè sei l'unica che può salvare te stessa.

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  2. Sottoscrivo tutto quello che dice Veggie e..
    carissima Leda, è un' osservazione EPOCALE, il tuo "ora che ci penso.." che hai lasciato nel tuo commento oggi, da me...
    nn fartela sfuggire così, come un sogno che si dimentica! il mio consiglio è di fermarti, e pensarci un po' su.. ancora un po' di più.. seriamente.

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  3. Sembrano le parole che avrei potuto scrivere io qualche mese fa...
    Praticamente una situazione similissima alla tua...
    Le parole del dottore, i miei pensieri... una mela che sembra troppa... persino l'acqua non volevo che mi riempisse la pancia!

    Purtroppo ha ragione Veggie: finchè non sarai TU a volerti aiutare SUL SERIO, non ci sarà dottore che tenga!
    Non è facile, io sono continuamente ossessionata...
    Cerca di volerti un po' più bene!
    CORAGGIO!! Non sei sola!
    un bacio

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  4. Quella ragazza di 30 anni avrei potuto essere io...anche se ora mangio di piu', perche' ho visto la morte in faccia e non e' stata un'esperienza piacevole, ma deformare la realta' e' qualcosa che riesce benissimo anche a me...fortunatamente ora mi capita piu' di rado.
    Fermati Alessia, o a 30 anni neanche ci arriverai.
    Convivere in simbiosi con una pulce pericolosa come la peste non e' possibile.
    Schiacciala tu, prima che sia lei a uccidere te.
    E a 30 anni avrai di meglio da fare che cercare un medico in un centro per i disturbi alimentari.
    Un abbraccio da una vecchia disturbata

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